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Coaching

Mental Coach, Life Coach, Business Coach, Career Coach… Di cosa parliamo?

Erano i primi anni Settanta quando all’Università di Harvard il Coach della squadra di tennis, Timothy W. Gallwey, ebbe l’intuizione che lo portò a sviluppare un metodo per elevare le performance e a scrivere il primo libro “The inner game…”. Il Gioco Interiore.

Il Coach, in questa ottica, è un allenatore della mente, ecco perché di parla di “mental coach”. Ma questa è una definizione che personalmente non apprezzo, mi inquieta e non trovo adatta a me.

Io preferisco considerarmi un allenatore della persona in termini di consapevolezza, di comportamento e di miglioramento della sua capacità relazionale. 

Gallwey azzardò una formula: P=P-I. Cioè: la prestazione è data dal potenziale che possiamo esprimere al netto delle interferenze. 

Come Coach lavoro affinché la persona che si rivolge a me abbia maggiore consapevolezza delle sue potenzialità e di quelli che sono i suoi reali obiettivi, veda i limiti reali per quello che sono (senza ingigantire né sottovalutare la situazione) e comprenda quali sono le interferenze (culturali, ambientali, fisiologiche, familiari, ecc.) che possono ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo desiderato.

Allo stesso tempo lavoro per far sì che la persona scopra come superare ostacoli e credenze fallaci. Allo stesso tempo la persona riuscirà a riflettere sulle sue risorse, su chi può aiutarla nel suo percorso di cambiamento, stabilirà un piano d’azione realistico, sostenibile, misurabile, autodeterminato e coerente con i propri valori. 

Ma, prima di tutto, serve la consapevolezza di qual è l’obiettivo desiderato. Qual è veramente, intendo. Non di rado si comincia un percorso di Coaching avendo in testa una meta e poi si scopre che,la meta desiderata, in verità, è un’altra. 

E se l’obiettivo è quello di compiere una scelta fra diverse possibilità, la mia missione è aiutare la persona a vedere ogni aspetto di ciascuna opzione in campo e, se possibile, a considerare anche altre soluzioni, lavorando sul pensiero laterale.

Quindi se mi chiedete che tipo di Coach sono, io vi risponderò così:  sono un Coach che conosce bene il metodo. Lo applico con grande passione e tutta la professionalità di cui dispongo, con uno stile personale nel pieno rispetto delle Regole Etiche stabilite dalla principale associazione mondiale di Coach, l’ICF, della quale ho conseguito da anni le credenziali internazionali di Associate Certified Coach.

Life Coaching

Il Life Coaching è dedicato alle scelte, al desiderio di cambiamento, al punto sulla propria esistenza… Di solito si svolge al di fuori della sfera lavorativa, ma può riguardare anche temi quali: la soddisfazione personale al lavoro, il desiderio di cambiare lavoro, decidere se accettare una proposta lavorativa.

Career coaching

Di solito si svolge in ambito aziendale ma nella mia esperienza vedo che il tema della carriera, così come quello dell’orientamento agli studi, è sempre più affrontato in ambiente privato. In ogni caso i temi sono proprio quelli della carriera professionale e scolastica.

Group Coaching

Nel Group Coaching si svolgono sessioni di mezza giornata con gruppi formati da 4 a 6 persone che possono anche non conoscersi e che, grazie a una dinamica di Coaching,  condividono esperienze, obiettivi, abilità, punti di vista e nuove soluzioni.

Team Coaching

A differenza del Group Coaching nel team Coaching i partecipanti appartengono alla stessa organizzazione aziendale, politica, sportiva, ecc. Solitamente l’obiettivo è definire nuove procedure, migliorare i processi, mettere a punto progetti, programmi…

Business Coaching

Questo ambito è molto vasto e articolato. Spesso il Coach viene confuso con un consulente o un formatore. Di solito lavoro con imprenditori, manager, responsabili di team, liberi professionisti, persone con idee d’impresa (start-up) che desiderano una maggiore focalizzazione degli obiettivi e del piano d’azione.