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La paura del cambiamento ci rende meno vivi

23 Set 2016 | Consapevolezza

La paura del cambiamento ci rende meno vivi perchéper quanto siamo resistenti al cambiamento, non possiamo evitare questo continuo movimento naturale verso qualcos’altro. Un movimento a cui assistiamo quasi sempre inconsapevoli. Al contrario, è con la consapevolezza che possiamo avvertire i cambiamenti fuori e dentro di noi. Solo così, partendo da una totale attenzione al presente, possiamo immaginare il nostro futuro e cominciare un cammino di miglioramento auto-determinato, nella vita o sul lavoro, magari seguendo un percorso di Coaching.

Guardate questa foto dalla riva sinistra del torrente Sillaro, a pochi passi da casa mia. E’ stata scattata all’alba. In questa immagine è stato fissato un istante, una frazione di secondo irripetibile, cioè non è uguale all’istante prima ed è già diverso dall’istante dopo.

Immaginate la scena di questa alba estiva. Non si udivano automobili, aerei, voci umane, ma si udiva il delicato scroscio dell’acqua che pigra scorreva verso il mare. Gli uccelli appena svegli si cercavano e salutavano i raggi del sole vedendoli filtrare nel vicino bosco e fra i canneti che circondano il greto.

Poi lo scatto. Click. Quell’istante resta fermo nell’iPhone. Alziamo lo sguardo dal monitor e continuiamo ad osservare in pace. Tutto sembra come prima, ma non è vero, non c’è nulla che è come prima.

Tutto sta cambiando, istante dopo istante.

Rispetto al momento che abbiamo immortalato l’acqua non è più la stessa, quelle migliaia di goccioline che sono passate mentre la fotocamera le carpiva saranno ormai molte decine di metri più a valle. L’acqua che vediamo è appena arrivata e continua la sua discesa. I sassi ci sembrano gli stessi. Ma anche i sassi sono cambiati. Quelli lambiti dal fiume hanno perso qualche microgrammo di roccia, sotto l’azione levigatrice e continua dell’acqua. Alcuni hanno un po’ di limo in più. I più leggeri e rotondi potrebbero anche essersi mossi, sotto la spinta, seppur lieve, della corrente.

Perfino i sassi a riva appaiono diversi, perché la terra continua a ruotare attorno al sole e su se stessa. La vibrazione dei nostri passi e l’erosione del fiume sotto le crepe dell’argilla potrebbero aver provocato dei piccoli smottamenti e cambiamenti di posizione. La luce e le ombre cambiano, la temperatura sulla pietra sta aumentando, le lucertole e le bisce si preparano ad approfittarne.

Tutto cambia eppure non sembra.

Anche noi stiamo cambiando senza sosta e lo facciamo dal momento in cui ci hanno concepiti. Biologicamente il nostro corpo deperisce minuto dopo minuto. Succede fin da subito. Anche se non sembra. I neonati crescono, i denti cambiano. Gli adolescenti cambiano voce e corporatura. Negli adulti i capelli cambiano colore oppure cadono, la pelle si allenta, la digestione si fa più difficile, il sonno può essere un problema, le ossa si indeboliscono.

Dentro di noi l’esperienza della vita ci fa crescere. Alcune persone si induriscono, altre si inteneriscono. Alcuni si accontentano, altri si danno da fare, altri ancora si arrendono.

Dentro di noi abbiamo le potenzialità per affrontare il cambiamento.

Molte persone si accontentano per non fare i conti con la paura del cambiamento. Così facendo, non vivono felici come invece potrebbero, secondo me, perché opporsi al cambiamento non è naturale.

Alcuni affrontano i cambiamenti con ansia, insonnia. C’è chi soffre terribilmente i cambiamenti in amore, qualcuno ha paura del matrimonio, altri hanno il terrore di essere lasciati. La paura del cambiamento è una cosa seria, non si vince con gli aforismi. Potrebbe essere utile la psicologia ma, secondo me, possiamo provarci anche da soli, sfidandoci con coraggio sfruttando le nostre potenzialità. Un bravo Coach potrebbe aiutarci a scoprire le potenzialità che già stanno dentro di noi.

La Gratitudine può aiutarci, se non diventa un alibi.

C’è chi si affida alla Gratitudine per essere felice di ciò che ha. Rendere grazie per la vita, per il cibo, per i doni ricevuti è una cosa positiva, ci aiuta a essere più consapevoli di ciò che abbiamo e anche più gentili, non a caso è un concetto richiamato in diverse fedi religiose. Non sono un sostenitore della Gratitudine, ma immagino che per alcuni il ringraziare per ciò che si ha, poco o tanto che sia, possa avere positivi riflessi nell’umore e nell’energia.

Ma attenzione: la gratitudine può diventare l’alibi che ci creiamo per recintarci nella nostra zona di comodo. La scusa per non impegnarci davvero nel diventare ciò che vorremmo essere, per realizzarci, per vivere in modo naturale accettando il cambiamento, affrontando il cambiamento. Cercando il cambiamento combattendo, per noi stessi, contro tutte le avversità. 

Il Cambiamento è in noi.

La paura del cambiamento è un fatto naturale ma altrettanto naturale è accettare che il cambiamento è già in noi, ci accompagna nella nostra esistenza. Prima lo riconosciamo e lo accogliamo e prima saremo liberi di vedere con chiarezza dentro noi stessi e scegliere quale direzione prendere nel nostro cammino.

Uno dei bisogni fondamentali dell’uomo è il bisogno di sicurezza, ecco perché il cambiamento fa paura. L’ignoto fa paura.

Nella caverne preistoriche la paura era ciò che serviva per insegnarci a essere prudenti e sopravvivere ai pericoli. Ma sono state la fame e il coraggio a farci uscire dalle grotte. Ora, anche se abbiamo la pancia piena, la salute, un lavoro  e una casa, anche se non siamo in pericolo di vita, affamati e privi dei più elementari diritti umani, possiamo tentare di essere più soddisfatti nella nostra vita o sul lavoro? Io credo di sì. Tutti noi possiamo vincere la paura del cambiamento.

Cambiare significa rischiare e uscire dalla nostra zona di comodo, dalla nostra grotta di comodo. Troppe volte ci lamentiamo ma poi abbiamo paura di cambiare. Ci raccontiamo che va bene così e ci accontentiamo di una vita vissuta con il piede sul freno. Intanto la vita scorre, come l’acqua di questa foto.

Massimo Max Calvi ©2016

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